Sempre più frequentemente ci giungono notizie riguardanti indagini di qualche magistrato coraggioso nei confronti di certi colossi alimentari operanti anche nel settore oleico. Nella maggior parte dei casi viene contestato l’imbottigliamento di un olio diverso d quello descritto nell’etichetta.
Dando per scontato che in una società civile, dichiarare una cosa diversa dalla realtà si chiama truffa, vediamo cosa succede in maniera più dettagliata.
Viene semplicemente venduto per olio extravergine d’oliva un olio che non lo è.
Cosa è dunque quel prodotto che si trova nella bottiglia malandrina?? Non sempre c’è la stessa cosa ma sempre c’è un prodotto che è si olio, ma olio che non è extravergine d’oliva. Molto spesso è semplice olio d’oliva, cioè un olio che non raggiunge lo standard qualitativo fissato dalla legge per l’olio extravergine d’oliva. Non stiamo parlando di veleno, stiamo parlando del fatto che io vado a comprare una cosa, la pago per quello che vale il prodotto che io intendo acquistare ma porto a casa una cosa diversa, di minor valore sicuramente. A questo punto farei una distinzione tra l’aspetto economico e quello alimentare.
Per quanto riguarda il vil denaro, mi pare lampante che se io pago per un prodotto/servizio di livello alto e me ne viene rifilato uno di livello più basso (che certamente è lecito acquistare ma di propria iniziativa) vengo fregato. A chi piace essere fregato? Credo a nessuno.
La seconda valutazione è quella alimentare. Il consumatore opta per un prodotto di cui conosce le caratteristiche, lo sceglie sulla base di quanto dichiarato dal produttore/imbottigliatore e lo usa sulla propria tavola. Nel momento in cui c’è una differenza tra quanto promesso e quanto mantenuto, ovviamente per difetto, il consumatore ha una “mancanza di benefici” apportati dal consumo di un olio extravergine d’oliva di qualità. Non vengono ingerite le quantità promesse di polifenoli, acidi grassi e tutto quanto di buono e salutare si potrebbe ingerire a causa di una truffa.
Che poi la truffa sia frutto di un errore tecnico, di incompetenza o di disonestà non sta a noi dirlo. L’olio extravergine d’oliva fa bene ma solo se è tale. Se non lo è non fa bene come dovrebbe.
Consigli per chi desidera acquistare olio extravergine:
- Indagare sull’azienda produttrice e, se non si trova troppo lontano da casa vostra anche andarci una volta di persona sarebbe una buona idea. Così che possiate “guardare in faccia” chi produce un alimento così importante per la nostra dieta. A volte le sensazioni derivate dai rapporti umani sono molto indicative.
- Verificare la storia dietro l’azienda agricola che stiamo valutando. Un’azienda che ha una storia con molti premi e riconoscimenti è probabilmente fatta da persone che tendono continuamente alla ricerca dell’eccellenza qualitativa.
- Confrontare le quantità dichiarate di olio prodotto dalla suddetta azienda con la grandezza dei terreni coltivati ed il numero di alberi presenti, anche in base al tipo di coltura (se intensiva o tradizionale) ed alla loro età.
- Scegliere un’azienda biologica, sempre. Le aziende biologiche sono soggette ad una quantità incredibile di controlli amministrativi e burocratici e test chimici durante l’anno. Questo non ci garantisce matematicamente di non essere danneggiati ma è una consistente forma di prevenzione.
- Dare una valutazione ragionevole ad un prodotto di qualità. Sempre sui famosi scaffali dei supermercati vediamo bottiglie di olio da molti prezzi. Chi pensa di portare a casa un litro d’olio extravergine a 5 (cinque!!!!) euro, dovrebbe farsi un esamino di coscienza e credo smettere di parlare di alimentazione.
Capisco che alcuni dei consigli che vi ho dato non siano così immediati e facili da seguire, soprattutto per chi non è del settore. Ma dobbiamo sforzarci di capire come funzionano le cose o saremo destinati ad essere per sempre delle mucche da mungere per chi ha in mano i grandi mercati alimentari. In questo mondo ci sono dei disonesti che sfruttano l’ignoranza per i propri interessi e d’altronde mica possiamo essere tuttologi! Cercare di migliorare la nostra cultura alimentare è l’unica arma che abbiamo ed anche se ci costerà un po’ di tempo e fatica credo ne valga la pena, per la salute nostra e delle nostre famiglie.